martedì 24 ottobre 2017

  La relazione

       1. Introduzione
  • Presentazione dell’argomento
  • Motivazioni della scelta
  • Scopo del lavoro
  • Fasi e tempi di lavoro
  • Persone coinvolte e ruolo svolto
  1. Svolgimento:

  • Esposizione del lavoro svolto e dei dati ottenuti
  • Metodo seguito
  • Strumenti utilizzati
  1. Conclusione:

  • Valutazione del lavoro
  • Eventuali difficoltà incontrate
  • Riflessioni personali

Ricorda: in una relazione il linguaggio deve essere formale, oggettivo, specifico in base all’argomento trattato.

FOTO - VISITA AI MUSEI CIVICI, ROCCA E SITO ARCHEOLOGICO DI VILLA CLELIA

 

       

martedì 22 novembre 2016

IL FANTASTICO VIAGGIO NELLA LETTERATURA



 IL FANTASTICO VIAGGIO NELLA LETTERATURA
PERSONAGGI
-          Matteo
-          Enrico
-          Ludovico
-          Thomas
-          Desireè 

-          Dante 
-          Paolo
-          Francesca
-          Caronte

-          Don Abbondio
-          Bravo 1 + Nibbio
-          Bravo 2
-          Bravo 3
-          Bravo 4
-          Renzo
-          Lucia
-          Monaca di Monza
-          Agnese
-          Innominato
-          Don Rodrigo
-          Fra’ Cristoforo
-          Cardinale

-          Narratore 1
-          Narratore 2
-          Romeo
-          Giulietta
-          Capo Capuleti
-          Capo Montecchi
-          Nutrice
-          Tibaldo
-          Mercuzio
-          Benvolio
-          Principe
-          Frate Lorenzo
-          Donna Capuleti
-          Capo delle Guardie

-  Orlando
-  Rinaldo
-  Medoro
-  Angelica
-  Astolfo 


PROIEZIONE FOTO ENTRATA SCUOLA
FUORI DALLA SCUOLA 5 ALUNNI  CON ZAINI CHIACCHERANO ENTRANO IN SCENA AL SUONO DELLA CAMPANELLA.

MATTEO: A saperlo che sarebbe finita così, io non avrei assolutamente scelto la sezione F: MAI!

ENRICO I nostri genitori ci dicevano di avere pazienza… che col tempo i professori sarebbero cambiati…

LUDOVICO: Pensate che mia madre ci aveva già mandato mia sorella!

NICHOLAS:  Eh! Sai com’è, non ha voluto fare differenze. Ti ha voluto trattare allo stesso modo!

THOMAS: Meno male che sono figlio unico!

DESIDEREE: Ma che borbottate? Ho capito bene? State parlando male dei vostri professori? Quei santi! Se non li avreste incontrati, quante esperienze in meno avreste fatto!

MATTEO: Certamente parli così perché non sai cosa vuole mettere in scena la Laffi quest’anno e quanta “roba” ci ha dato da studiare…

DESIDEREE: Cosa?  “Romeo e Giulietta”

ENRICO Già, ma non solo…

DESIDEREE:  “I Promessi Sposi”?

LUDOVICO: Pure quelli, ma non solo…

DESIDEREE:  L’Orlando Furioso

THOMAS: C’è, c’è, ma non è finita qui…

DESIDEREE: Ahhhhhhh, allora è … è ….!! Non lo so…

MATTEO:  Di do un indizio… sarà un vero INFERNO!

DESIDEREE: Ma certo la Divina Commedia! Auguri…

MATTEO, NICHOLAS, LUDOVICO, THOMAS E ENRICO SI DIRIGONO IN 5 DIVERSE DIREZIONI, SI METTONO A STUDIARE E SI ADDORMENTANO SUI LIBRI

SI SVEGLIANO MATTEO E NICHOLAS – CAMMINANO VERSO LA PRIMA CLASSE (III F)

FA ACCOMODARE IL PUBBLICO
IN LONTANANZA ENTRA DANTE CON LIBRO E PIUMA E SI ODE DECLAMARE

DANTE:         Nel mezzo del cammin di nostra vita
                     Mi ritrovai per una selva oscura
                     Ché la diritta via era smarrita.
                     Ahi quanto a dir qual era cosa dura
                     Esta selva selvaggia e aspra e forte
                     Che nel pensier rinnova la paura!
                     E come quei che con lena affannata
                     Uscito fuor del pelago
                     A la riva si volge a l’ acqua perigliosa e guata,
                     Così l’animo mio, ch’ ancor fuggiva,
                     Si volse a retro a rimirar lo passo
                     Che non lasciò già mai persona viva.
                     Poi ch’èi posato un poco il corpo lasso,
                     Ripresi via per la piaggia diserta,
                     Sì che  ‘l piè fermo sempre era ‘l più basso.
MATTEO Oddio! L’ho sempre detto che studiare troppo fa male… Chi… chi è quello?

NICHOLAS: Com’è vestito strano! E guarda, ha anche le foglie in testa! Sarà pazzo?

MATTEO: A me non sembra pazzo. Piuttosto sembra un uomo… di altri tempi! Tra l’altro, mi sembra di averlo già visto da qualche parte …..eh sì!  L’anno scorso quando sono stato con i  miei genitori a Firenze  … somiglia alla statua di una piazza.

NICHOLAS:   E sì, moh le statue camminano, oppure prendono il pullman e girano l’ Italia per farsi conoscere!!!!!!

MATTEO: Ma, invece di stare qua a spremerci il cervello perché non andiamo lì e gli parliamo?

NICHOLAS: MATTEO, ci sta guardando. Io ho paura!  Va’ avanti tu!

MATTEO:(il ragazzo avanza verso DANTE)  Parlez vous francais? Do you speak english? Ablate espagòl? (torna indietro senza aver avuto risposta)  Ma che lingua parlerà mai?

NICHOLAS:  Non ti ha risposto? Forse non ci sente.

DANTE:  Vien tu solo e quei sen vada …

MATTEO: Non se ne parla proprio, lui non se ne va! E’ mio fratello. Vieni tu piuttosto a dirci chi sei!

DANTE:  Sì vegno, non rimango. Ma tu chi sei?

NICHOLAS:  Ma questo come parla, mi sembra di un altro mondo! Per me tra un po’ l’arrestano…

DANTE: Arrestano? Io ho già pagato il fio …

NICHOLAS:  Che? Hai già pagato il figlio?

DANTE: Vedo ragazzi miei che l’ ignoranza è vostra maestra…

MATTEO Eh? Ignoranza? Mica si chiama così la nostra prof d’ italiano!

DANTE: Siete un disastro! Fio significa castigo, punizione, fastidio, calamità …

NICHOLAS:  Ah, adesso finalmente capisco cosa intende mio padre quando dice “figlio mio”!!

DANTE: Ma cosa dici? Fio, non figlio! E’ volgare illustre! Volgare fiorentino!

MATTEO: Fiorentino? Ci sono… Questo tizio è DANTE! E’ uguale alla fotografia che sta sull’ antologia! L’ avevo detto io che era quello della statua di Firenze!!

NICHOLAS: L’incubo si è materializzato! Il troppo studio ci ha fatto male!

MATTEO Incubo o non incubo, approfittiamone per chiedergli quello che ci serve di sapere…

NICHOLAS: E’ vero hai ragione! Senti DANTE, ci servirebbe un favore…

MATTEO: Devi sapere che ogni anno a scuola organizziamo uno spettacolo molto impegnativo e veniamo sottoposti a una verifica di è molto tosta. Per venerdì la Laffi ci ha detto che dobbiamo capire cosa ci possono insegnare le grandi opera della letteratura, ma non è mica facile…

NICHOLAS: Tu capiti proprio a fagiolo! Aiutaci tu…

DANTE: Ne siete proprio sicuri? Sarà un vero inferno!

TOGLIE LA SCIARPA DAL CARTELLO:  Lasciate ogni speranza, voi ch’ entrate.

BALLO “THRILLER” DI  M. JACKSON

DANTE:           Ed ecco verso di noi venir per nave
                       Un vecchio, bianco per antico pelo,
                       Gridando:
                       Guai a voi, anime prave!
                       Non isperate mai veder lo cielo.


MENTRE IL LETTORE DECLAMA ENTRA CARONTE CON UN CANOTTO E QUALCHE ANIMA.(trovare canotto e almeno un remo)

Canzone  + ballo

CARONTE: Anime dannate, tremate. Ciò che temete, avrete. Fuggire? Mai. Patire e soffrire.
Sono Caronte. Lavoro nei trasporti. Dirigo una piccola compagnia fluviale. Più che altro mi occupo di traghetti. Trasferisco le anime dal peccato  all’eternità. Mi dicono: “Beato te che viaggi!” . Avanti e indietro da una riva all’ altra.  Mai un giorno di ferie. La barca è da trenta posti  e devo caricarci trecento anime. Le spiaccico sul fondo a colpi di remo. Consumo venti remi al giorno. Tutti gridano e protestano e io ho sempre il mal di testa. Credetemi questo posto è un inferno!!!!

ANIMA: Io protesto. Non è questo il modo di trattarci

CARONTE: Silenzio, dannato!

ANIMA: Mi rifiuto di salire su quel guscio di noce con un bruto che puzza!!!

CARONTE: Io puzzo quanto mi pare. ( con gesto) E tu, dimmi come ti chiami. Ti farò avere il trattamento speciale.

ANIMA: Il mio nome è Alberigo di Ugolino dei Manfredi, frate capo dei guelfi di Firenze!

CARONTE: Aspetta che ti veda Minosse ….

ANIMA: Io sono un grande peccatore. Non intendo viaggiare insieme a questi mollaccioni

CARONTE: Infatti, ci viaggerai sotto! Giù, giù sul fondo! Giù spiaccicato sul fondo della barca!!

ANIMA: Questa è prepotenza io protesto!

CARONTE: Guai a voi, anime dannate! Non isperate mai veder lo cielo; i’ vegno per menarvi all’ altra riva, ne le tenebre eterne, in caldo e in gelo.

CARONTE: E voi laggiù!! (si avvicina  a DANTE)  Tu sei vivo! Non puzzi di cadavere!

DANTE: Diversamente da lei, signore, io mi lavo tutti i mesi!

CARONTE: I vivi non possono stare qui, a meno che non diventino morti e a questo posso  provvedere io

MATTEO: Questo uomo è DANTE Alighieri e può entrare perché vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole  e più non dimandare

CARONTE: E sia, prendete posto. Voi laggiù fate posto ai signorini raccomandati!

ANIME: Ahi! Ahi! Ahi!

DANTE : Con permesso scusate ….


PER FORTUNA DI DANTE LA BARCA GIUNGE ALL’ ALTRA RIVA! ESCONO DI SCENA ED ENTRANO PAOLO E FRANCESCA

MATTEO: Andiamo, ti prego. Dante, possiamo parlare con quelle due anime che vanno insieme e sembrano leggere come il vento. Mi sembra che la Laffi abbia detto qualcosa su di loro, ma non mi ricordo niente…

DANTE: E sia. Possiamo parlare con voi? Chi siete?

FRANCESCA: Lui è l’amore mio, MATTEO Malatesta fratello di Gianciotto Malatesta, che è mio marito e che io ho sposato senza conoscere, poi ho conosciuto suo fratello che è MATTEO ed ho capito che era meglio di Gianciotto, che  è mio marito e che è il fratello di MATTEO che è l ‘amore mio…

NICHOLAS: (rivolto a DANTE) Questa storia è peggio di Beautiful ! ( rivolto alle due anime) E come è andata poi?

FRANCESCA: Una sera io e MATTEO, che è l’amore mio, fratello di Gian …

DANTE: … ciotto Malatesta. Abbiamo capito! Francè, dacci un taglio sennò qui ci vuole un ‘eternità!

FRANCESCA: Va bene! Allora… dicevo… una sera io e MATTEO ci siamo messi a leggere un libro che parlava dell’ amore di Lancillotto e di Ginevra, che era la moglie di Re Artù che era…

DANTE: ( con  autorità) Francè …

FRANCESCA : Ho capito! Continuo! Mamma mia, volevo fare due pettegolezzi… comunque a dirla in breve questo libro non finimmo di leggerlo …

PAOLO: Perché cademmo in tentazione quando loro si baciarono!

DANTE: Galeotto fu il libro e chi lo scrisse.

FRANCESCA:  Amor che nullo amato amar perdona
                            Mi prese di costui piacer sì forte
                            Che , come vedi, ancor non m’abbandona

NICHOLAS: E tuo marito?

PAOLO: Veramente suo marito, che poi è mio fratello, che sarebbe Gianciot …

DANTE: (spazientito)  A ridaglie!

MATTEO:  quando ci ha scoperto, non l ‘ha presa tanto bene. (facendo segno alla gola) Ci ha ammazzato! Ci ha infilzati tutti e due con la spade.

FRANCESCA:  (il clima deve diventare più serio) Sappiamo di avere sbagliato, perchè io ho tradito la promessa fatta sull’altare, davanti a Dio e Paolo ha tradito suo fratello. Siamo colpevoli e meritiamo l’inferno.

PAOLO: Dio ci ha punito con ponendoci in questo cerchio, che è quello dei lussuriosi e la nostra pena è vedere chi amiamo, senza poterlo toccare mai, per colpa di questo vento.

FRANCESCA: E’ la pena del contrappasso…

MATTEO: Il contrappasso! Ecco, cos’è! Finalmente l’ho capito… La pena alla quale siete sottoposti voi peccatori riproduce – in estensione o in contrasto – i caratteri della colpa!

NICHOLAS: E io ho capito che tra le pieghe del libro di letteratura si nascondono storie belle e malinconiche…

DRIIIIIIN! (rumore campanella)

NICHOLAS: Che cos’è? Sembra il rumore della mia sveglia! (TORNA NELL’AULA IN CUI CI SONO I COMPAGNI CHE DORMONO)

SI SVEGLIA THOMAS

THOMAS: Ho studiato come un matto, ma “Romeo e Giulietta” proprio non mi entra in testa…

ROMEO E GIULIETTA --> VEDI LIBRO “Il narratore 2” - 16 attori


(DON ABBONDIO - 4 BRAVI)  
DON ABBONDIO: Oh! DIO MIO! Di chi sono quei brutti musi laggiù.
ENRICO: Non dirà mica a me… Iniziamo bene… non capisco dove sono e vengo pure offeso…
DON ABBONDIO: Meglio cambiare strada, già ma come, non ci sono altre strade. Torno indietro, no è meglio di no desterebbe sospetti. Vediamo se viene qualcuno, macché, non c'è anima viva e sembra che quei loschi figuri aspettino proprio me. Oh! Dio mio aiutami, tu che sei così buono, così misericordioso falli crepare all'istante.
1° BRAVO: Hei! Signor curato.
DON ABBONDIO: Ora pro nobis.  Madre santissima ora pro nobis.
2° BRAVO: Dico a te, Curato di anime perse.
DON ABBONDIO: (Bassa voce) Che il diavolo vi porti.  (A voce alta) Ora pro nobis.  Che l'ira di Dio vi riduca in polvere. Ora pro nobis....
3° BRAVO: Che cosa sono queste preghiere incomprensibili?
DON ABBONDIO: Orazioni, figliolo, sto pregando per le vostre anime.
4° BRAVO: Davvero? E perché mai?
DON ABBONDIO: Oggi è il giorno di preghiera per le anime nobili, e voi siete sicuramente delle anime nobili. (I bravi scoppiano a ridere.)
1° BRAVO: Non perdiamo tempo, veniamo al sodo. Avete intenzione di maritare domani Renzo Tramaglino e Lucia Montella? (sposta il mantello e mostra la spada)
ENRICO: Oh, santo cielo. La mamma aveva detto che giocare troppo ai viodeo games mi avrebbe fatto ammattire, ma…
DON ABBONDIO: Beh… veramente… lor signori sanno come vanno queste faccende, il povero curato non conta…
3° BRAVO: Or bene, questo matrimonio non s’ha da fare.
4° BRAVO: Né domani, né mai.
DON ABBONDIO: Ma signori miei, si degnino di mettersi nei miei panni. Se la cosa dipendesse da me…
1° BRAVO: Orsù, noi non ne sappiamo, né vogliam sapere di più. Uomo avvisato… lei ci intende.
ENRICO: Mezzo salvato (I Bravi si girano, ma non lo vedono, perché lui si nasconde)
3° BRAVO: Il matrimonio non si farà, o chi lo farà se ne pentirà. Don Abbondio è un uomo di giudizio e sa quale è il vivere del mondo. Signor curato, l’illustrissimo Don Rodrigo, nostro padrone, la riverisce caramente.
DON ABBONDIO: Il mio rispetto. Disposto… disposto sempre all’ubbidienza.
I BRAVI SE NE VANNO E ENRICO ESCE          
ENRICO: Don Abbondio… don Rodrigo… ma son finito ne… “I promessi sposi”
DON ABBONDIO (guardandolo con occhi sgranati): Sei finito in un guaio… Io vado ad annullare il matrimonio, tu cerca di salvarti!
ENRICO (cammina su e giù nervosamente): Com’era la storia? Lo annulla o non lo annulla il matrimonio… Io cosa posso fare… E se cambio gli eventi scritti dal Manzoni. No, non posso modificare il poco che so… e il poco che so è che… la Monaca di Monza tradirà Lucia consegnandola a don Abbondio… devo fermarla…
MONACA DI MONZA
Accostatevi (a Lucia), nessuno più di voi può essere meglio informato in quest'affare.
Agnese            
Illustrissima signora, mia figlia è stata promessa a Renzo, un giovane filatore di seta delle nostre parti, e odia don Rodrigo, quel cavaliere, come il diavolo odia l'acqua santa..., il diavolo è lui. ovviamente! II fatto è che…
MONACA DI MONZA: Siete ben pronta a parlare senza essere interrogata! (con atto altero e iracondo).
Lucia: Reverenda signora, quanto le ha detto mia madre è la pura verità; io amo Renzo… l’ho sempre amato…
MONACA DI MONZA: A voi credo, ma avrò il piacere di sentirvi da sola a sola. Uscite! (rivolta a Agnese)
LA MADRE ESCE E IL NIBBIO (BRAVO 1) CATTURA LUCIA CON UNA COPERTA
ENRICO: Nooo! Sono arrivato troppo tardi! Ora dove vanno… dove vanno? Se avessi studiato meglio… Beh, è chiaro, la porterà da don Rodrigo! Devo correre da lei!
AL CASTELLO
NIBBIO (BRAVO 1): Tutto a puntino. Nessuno sul luogo, un urlo solo (triste)
INNOMINATO: E allora che hai?
NIBBIO (BRAVO 1): Ma... dico il vero, che avrei avuto più piacere che l'ordine fosse stato di darle una schioppettata nella schiena, senza vederla in viso.
INNOMINATO: Cosa? Che vuoi dire?
NIBBIO (BRAVO 1): Voglio dire che m'ha fatto troppa compassione.
INNOMINATO: Compassione? Ma cosa sai tu di compassione? Cos'è la compassione?
NIBBIO (BRAVO 1): E' un po' come la paura, se uno le lascia prendere il cuore
INNOMINATO: Andate, e bevete un buon bicchiere di vino per la buona riuscita della missione. (Il NIBBIO (BRAVO 1) esce)
Un qualche demonio ha costei, o un qualche angelo che la protegge. Voglio vederla.
ENRICO: La compassione… il NIBBIO (BRAVO 1) ha ragione, Lucia fa nascere compassione nei cuori. Lo ha fatto anche nel mio. Se così non fosse, non sarei qui a rischiare la pelle.
 In un angolo della stanza era accovacciata Lucia
INNOMINATO: (Rivolto verso Lucia) Alzatevi, alzatevi che non voglio farvi del male.
LUCIA: (Alzandosi)  Son qui, ammazzatemi.
INNOMINATO: V'ho detto che non voglio farvi del male.
LUCIA: E perché, perché allora, mi fa patire le pene dell'inferno?
INNOMINATO: V'hanno forse maltrattata? Parlate.
LUCIA: M'hanno preso a tradimento per forza! Perché, perché m'hanno presa per forza? Perché sono qui? Sono una povera creatura, in nome di Dio...
INNOMINATO: Dio, Dio, sempre Dio. Coloro che non possono difendersi da sè, hanno sempre Dio da mettere in campo. Cosa pretendete di farmi eh? Volete forse...
LUCIA: Oh, signore! Pretendere! Cosa posso pretendere io meschina, se non che lei mi usi misericordia! Mi lasci andare, mi faccia andare al mio paese da mia madre.  Perché lei mi fa patire? Cosa le costa dire una parola? Dio perdona tante cose, per un'opera di misericordia!
INNOMINATO: Via, fatevi coraggio, v'ho fatto male? Vi ho minacciata?
LUCIA: Oh, no! Vedo che lei ha buon cuore, Dio ve renda merito. Compisca l'opera di misericordia, mi liberi, mi liberi.
INNOMINATO  Domani mattina ci rivedremo, via, intanto, fatevi coraggio e mangiate qualcosa. (Esce)
ENRICO: La misericordia… il perdono… un altro bel sentimento… quante cose si imparano da questa storia…
INNOMINATO: Voi sapete chi sono? Vi hanno detto bene il mio nome?
CARDINALE: Lo so, voi siete colui per cui ho tanto pregato, avrei dovuto cercarvi io, ma Dio sa fare miracoli. Ditemi avete buone nuove da darmi?
INNOMINATO: Ho l'inferno nel cuore, ditemi voi se lo sapete quale è questa buona nuova.
CARDINALE: Dio vi ha toccato il cuore e vuol farvi suo. Non perdete tempo, dovete liberare Lucia e fate venire il curato perché possa accompagnarla nella sua casa.
L'innominato entrò nella stanza con don Abbondio.
Lucia vide il prete e si rianimò. Riconobbe don Abbondio e rimase con gli occhi fissi come incantata.
LUCIA: Lei..., è lei signor curato?
DON ABBONDIO: Sono io, fatevi coraggio, sono qui per portarti a casa.
LUCIA: E' dunque la Madonna che vi ha mandato. (All'innominato) Oh, signore, Dio le renda merito della sua misericordia.
INNOMINATO: E a voi, cento volte per il bene che mi fanno codeste vostre parole.
ENRICO: Che belle queste parole… mi sto innamorando di questa opera… se solo l’avessi letta meglio a scuola, ora saprei che succede. Ehi, un attimo, ma io so cosa succede… nel finale tutti si ammalano di peste… il lazzaretto, devo andare al lazzaretto.
RENZO: Oh, padre Cristoforo! Come sta padre?
P. CRISTOFORO: Tu qui? Perché vieni così ad affrontar la peste?
RENZO: L'ho già avuta, sono qui a cercare Lucia... E' qui? Mi hanno detto alla casa, dove abitava in Milano, che è qui, almeno spero in Dio che ci sia ancora.
P. CRISTOFORO:  Forse potrai trovarla presso la chiesa del lazzaretto dove si radunano i guariti prima di lasciare questo luogo, o nella parte del recinto dove sono ricoverate le donne.
RENZO: Vo’, cercherò in lungo e in largo e se non la trovo......
P. CRISTOFORO: Se non la trovi?
RENZO: Se non la trovo vedrò di trovare qualcun altro. Lo troverò quel furfante che ci ha separati. Se non fosse stato lui, Lucia sarebbe mia moglie.
P. CRISTOFORO: Renzo...
ENRICO: La misericordia, Renzo… il perdono… sono importanti…
RENZO: Se lo trovo, se la peste non ha già fatto giustizia, la farò io la giustizia.
P. CRISTOFORO: Sciagurato! Tu verme della terra, tu vuoi far giustizia!
RENZO: Padre, mi vuol mandar via così?
P. CRISTOFORO: Non posso ascoltare la tua voce di rabbia, i tuoi proponimenti di vendetta. Ne ho visti di morire, qui, di offesi che perdonavano e offensori che gemevano di non potersi umiliare davanti agli offesi, ed ho pianto con gli uni e con gli altri, ma con te che ho da fare?
RENZO: (Pentito) Ha ragione, padre, gli perdono, gli perdono.
ENRICO: L’ha perdonato. Bravo, voglio aiutarlo… Vieni con me Renzo (rivolgendosi a Renzo), ho visto don Rodrigo entrando nel lazzaretto poco fa. E’ qui da quattro giorni è qui, senza dar segno di sentimento. Forse il Signore è pronto a concedergli un'ora di ravvedimento, ma vuol essere pregato da te. Forse la salvezza dell'anima di quest'uomo e la tua, dipende ora da te, da un tuo sentimento di perdono, di compassione, d'amore.
(Renzo e don Rodrigo parlano insieme)
ENRICO: Bravo Renzo e ora andiamo da Lucia. Ehi, eccola là. (la vedono passare) 
Abbraccio
RENZO: Lucia, V'ho trovata siete proprio voi! Siete ancora viva!
LUCIA: Oh! Signore benedetto! Voi? Cosa fate qui? Perché siete venuto?
RENZO: Perché? Mi domandate perché son qui? Avete bisogno che ve lo dica?
LUCIA: Cosa dite, non vi ha scritto mia madre? Non sapete che ho fatto un voto alla Madonna, mentre ero prigioniera?
ENRICO: Un voto? Che storia è questa Lucia… qui c’è il tuo Renzo. Il voto lo prenderò io domani con la Laffi. Dagli un bacio e sii felice
FRA CRISTOFORO: Poverina, ma avevate pensato che eravate già legata da una promessa? Il Signore gradisce i sacrifici e le offerte quando le facciamo del nostro. Voi non potevate offrirgli la volontà di un altro. La Vergine ha gradito l’intenzione del vostro cuore afflitto, ma ora inginocchiatevi. Valendomi delle facoltà concesse dalla Chiesa, Lucia, io ti sciolgo dal tuo voto e la grazia di Dio sia sempre con te. Ora andate e vivete in pace.
campanella (IL RAGAZZO SI SVEGLIA)
LUDOVICO (mormorando nel sonno): E’ il corso la guerra tra Carlo Magno e i Mori, che sono arrivati ad assediare Parigi. Carlo Magno affida la bellissima nipote Angelica al suo amico Namo per evitare che i suoi due cavalieri più valorosi, Orlando e Rinaldo, entrambi innamorati di lei, litighino tra loro.
La promette in sposa a chi si dimostrerà più valoroso in battaglia… e poi… e poi… non mi ricordo più niente… accidenti al mio omonimo Ludovico Ariosto, che ha scritto questo poema con mille personaggi…
RUMORE DI SPADE (Ludovico si sveglia e si trova in mezzo alla battaglia)

LUDOVICO: Dove sono…
ORLANDO: Non ho paura di voi! Affrontatemi in dieci, in cento, in mille. Devo mostrare al mio re di essere degno di Angelica
RINALDO: Posso affrontarvi con la spada, solo lo scudo o a mani nudi. Fatevi avanti. Il miglior paladino alla corte di Carlo sono io e lo dimostrerò…
ANGELICA: Che fanfaroni. Non cerco uomini dediti solo alla guerra e non voglio che altri scelgano per me chi devo sposare. Questo è il momento giusto per fuggire… Addio zio Carlo…
Angelica fugge
LUDOVICO: Santo cielo, dove sono finito! La mamma lo dice sempre di non mangiare troppo in fretta a cena, ma non pensavo che le controindicazioni fossero queste. Sono impazzito…
(Una spadata lo sfiora) Vabbeh, penserò dopo dove sono, ora se non faccio velocemente come lei qui mi fanno a fettine (la segue)
ANGELICA: Dove sono? Non conosco questo bosco e non (urlo di dolore…) Chi è stato? Chi è stato?
MEDORO: Ahhhhh… aiutami… ahhh…
ANGELICA: O mio dio, ma tu… tu, sei un saraceno…
MEDORO: Il mio re… il mio re giace insepolto…
ANGELICA: Tu sei ferito, stai morendo… ma pensi al tuo re... C’è onore nelle tue parole e grande coraggio
MEDORO: Anche tu sei coraggiosa, dolce fanciulla che vai sola in questa lugubre foresta, in mezzo a schiere di guerrieri saraceni…
LUDOVICO: Mmmmmm, che sdolcinati… Due minuti e hanno già gli occhi a cuoricini. Che fa ora? Lo sta curando con una pozione?!? E ora? Stanno scrivendo i loro nomi dappertutto. Ahia, povero, come si chiamava il tizio prima che diceva di amarla… Orlando…
Se capitasse a me una cosa del genere con la donna che amo, diventerei… furioso!
O mio dio! Ora ho capito dove sono, ma non è assolutamente possibile essere in un’opera…
Non è assolutamente così, perché se lo fosse ora quei due se ne andrebbero verso il Catai e arriverebbe Orlando che vede le scritte e inizia a distruggere tutto…
Orlando vede le scritte e inizia a distruggere tutto
LUDOVICO: Questo è diventato matto da legare. E io pure… Non è possibile… non è possibile che io sia dentro un’opera letteraria. Se fosse così ora salterebbe fuori anche un ippogrifo.
Arriva l’ippogrifo con Astolfo
ASTOLFO: Son Astolfo, il cavaliere amico di Orlando. L’avete visto, messere? Sono molto preoccupato per lui. E’ giunta voce all’accampamento che Angelica è fuggita con un saraceno verso il regno di suo padre, il Catai e che Orlando sia impazzito d’amore.
LUDOVICO: Impazzito, è impazzito, te lo posso garantire. Guarda qua che macello ha combinato…
ASTOLFO: Che fare? Come salvarlo? Io andrei anche sulla Luna per lui, ma ho solo questa spada e questo mezzo pollo per amico… Che fare per Orlando?
LUDOVICO: Astolfo… la Luna e il mezzo pollo… ma certo è un ippogrifo. La Laffi ce ne ha parlato!
ASTOLFO: La Laffi? E’ un cavaliere che non conosco… Chi comanda?
LUDOVICO: Chi comanda? Ehmmm, beh sicuramente comanda noi 26 di II F, ha armi terribili come il registro e alleati chiamati genitori… ma… cosa cavolo mi fai dire. Torniamo a te e all’ippogrifo. Prendi il mezzo pollo, cavalcalo e vai sulla Luna. Li ci sono tutte le cose perdute degli uomini. Troverai la ragione perduta di Orlando e, se hai tempo, cerca anche le cuffiette del mio Ipad che le ho perse l’anno scorso.
Astolo vola via.
ORLANDO: Romagna mia… romagna in fiore… tu sei la terra, tu sei l’amore…
LUDOVICO: Mamma mia, Orlando è ancora pazzo. Ma almeno ora canta e non distrugge… in che posto son capitato… Voglio tornare a casa… quasi quasi voglio la Laffi e la verifica di letteratura.
Comunque stando qui, ho imparato due cose importanti: primo, che devo avere più fiducia in me. Se studio le cose le so, l’ho dimostrato poco fa. L’insicurezza è un nemico che posso battere. Secondo? Che l’amicizia è una gran bella cosa. Guardate Astolfo cosa sta facendo per Orlando…
ORLANDO: O Sole, o sole mio….
LUDOVICO: Astolfo, torna presto, ti prego…
Astolfo plana con l’Ippogrifo.
ASTOLFO: Avevi ragione, avevi ragione! Ho trovato la ragione di Orlando. E’ qui dentro!
LUDOVICO: Fagliela bere subito, o io lo accoppo!
ORLANDO: O sole… o sole mi… (beve la boccetta) Che cos’è successo?
ASTOLFO: Questo cavaliere ti ha salvato. Merita una ricompensa!
ORLANDO: La mia spada è la tua chiedimi ciò che vuoi, mio signore!
LUDOVICO: Caspita, ma tutto tutto… vediamo! Ho tre desideri. Primo: riavere le cuffiette del mio Ipad – lo vedo Astolfo che ce le hai nella tasca, non fare il furbetto.  Secondo: che voi rimaniate amici per sempre. Terzo: che mi raccontiate la fine della vostra storia, perché ho studiato molto bene l’inizio dell’Orlando Furioso, ma poi mi sono addormentato sui libri. Non perché fosse noiosa, eh, ma perché mi sono ridotto troppo tardi…
ORLANDO: desideri facilmente esaudibili. Io partirò per raggiungere Carlo Magno a Parigi e lo aiuterò a vincere la guerra contro i Mori. La mia amica Bradamante, nobile cristiana e grande guerriera sposerà Ruggiero, un coraggioso principe saraceno. Dalla nostra storia puoi capire che è importante l’amicizia e che un matrimonio è la pace è meglio della guerra.
CAMPANELLA
Verifica – VOTO: 10 per tutti
LUDOVICO: Se gli uomini studiassero bene la letteratura, quanti errori e quante guerre si eviterebbero
ENRICO: Basterebbe un po’ più di perdono e misericordia a volte…
THOMAS: Se si evitassero i matrimoni combinati e ci fossero meno armi nel mondo, quanti ragazzi potrebbero essere felici
NICHOLAS E MATTEO: E Caronte avrebbe meno lavoro. L’Inferno sarebbe praticamente vuoto…
TUTTI: Che bella la letteratura!!!